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Quanta energia può generare un impianto fotovoltaico a Torino?

Sempre più utenti stanno pensando di passare al fotovoltaico così da ridurre le spese della bolletta per la fornitura energetica, considerando anche i recenti rincari.

Il Piemonte in particolare, è tra le regioni italiane che hanno fatto registrare numeri maggiormente in crescita in questa transizione verso la produzione di energia “pulita”.

Vediamo allora di seguito quanta energia può generare un impianto fotovoltaico a Torino, una città con una buona esposizione al sole e che può essere usata come metro di paragone anche per le altre città vicine.

Efficienza dei pannelli fotovoltaici

L’efficienza dei pannelli fotovoltaici è un fattore importante che determina la quantità di energia che un impianto può generare. L’efficienza di questi pannelli è espressa in percentuale e indica la quantità di luce solare che viene convertita in energia elettrica.

I pannelli fotovoltaici più comuni hanno un’efficienza di circa 15-20%. Ciò significa che per ogni 100 watt di luce solare che colpiscono un pannello, circa 15-20 watt vengono convertiti in energia elettrica.

Già questa sarebbe un’ottima scelta per un impianto domestico, una soluzione dal rapporto prezzo/rendimento molto centrato e dunque perfetta per le necessità di una famiglia, ad esempio.

Quanta energia può generare un impianto fotovoltaico a Torino?

Torino è una città italiana con un’ottima esposizione al sole. La città riceve infatti circa 331,32 ore di sole all’anno, numeri per i quali un impianto fotovoltaico può essere certamente sfruttato a dovere.

Per calcolare la quantità di energia che può generare un impianto fotovoltaico, è necessario considerare i seguenti fattori:

  • Efficienza dei pannelli fotovoltaici
  • Esposizione al sole
  • Dimensioni dell’impianto

Per esempio, un impianto fotovoltaico da 3 kW, con pannelli fotovoltaici da 15% di efficienza, installato a Torino, può generare circa 2.700 kWh di energia all’anno.

Oltre alla potenza dell’impianto, è importante considerare anche l’orientamento e l’inclinazione dei moduli fotovoltaici, i quali dovrebbero essere orientati a sud e inclinati ad un angolo di circa 30 gradi.

Inoltre, è importante considerare le condizioni climatiche della zona. La produzione di energia da un impianto fotovoltaico diminuisce in quei momenti in cui ci sono condizioni di cielo nuvoloso o quando piove.

Calcolo della quantità di energia generata

Per calcolare la quantità di energia, ad esempio, generata dagli impianti fotovoltaici installati a Torino, è possibile utilizzare la seguente formula:

Energia generata (kWh) = potenza dell’impianto (kW) * efficienza dei pannelli fotovoltaici * ore di sole all’anno

Ad esempio, per calcolare la quantità di energia generata da un impianto fotovoltaico da 3 kW, con pannelli fotovoltaici da 15% di efficienza, installato a Torino, è possibile utilizzare la seguente formula:

Energia generata (kWh) = 3 kW * 0,15 * 331,32 ore
Energia generata (kWh) = 1.594,96 kWh

Incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici

In Italia, sono disponibili diversi incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici. Questi incentivi possono ridurre il costo dell’impianto e rendere più conveniente l’investimento.

Al momento, gli incentivi più importnati per l’installazione di impianti fotovoltaici sono:

  • Superbonus 110%
  • Bonus ristrutturazione 50%
  • Conto Termico
  • Detrazioni fiscali

È importante informarsi sui vari incentivi disponibili per poter beneficiare delle migliori opportunità, anche in relazione ad eventuali lavori di ristrutturazione da effettuare in casa.

Conclusione

Un impianto fotovoltaico da 3 kW installato a Torino può generare circa 2.700 kWh di energia all’anno. Questa quantità di energia è sufficiente per soddisfare il consumo energetico medio di una famiglia di 4 persone, o quantomeno garantire un importante risparmio in bolletta.

Se stai pensando di passare al fotovoltaico, la tua è un’ottima scelta che ti permetterà di risparmiare sui costi dell’approvvigionamento energetico, ridurre la tua dipendenza dalla rete elettrica e di contribuire alla tutela dell’ambiente.

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Strategie di visual merchandising per aumentare le vendite in tuo negozio

Il visual merchandising è una pratica di marketing fondamentale per il successo di un negozio, qualsiasi sia la categoria commerciale.

Si tratta di un insieme di strategie e tecniche che consentono di presentare i prodotti in modo attraente e invitante, al fine di influenzare le decisioni di acquisto dei clienti.

Se non hai una chiara idea di cosa stiamo parlando, di seguito evidenzieremo alcune strategie di visual merchandising che puoi facilmente implementare nel tuo negozio per aumentare le vendite.

Crea una vetrina accattivante

La vetrina è il primo punto di contatto tra il tuo negozio e i potenziali clienti. Assicurati che questa sia accattivante e che rifletta l’immagine del tuo brand.

Utilizza elementi visivi quali colori vivaci, illuminazione strategica (il neon led è perfetto per l’insegna) e oggetti decorativi per attirare l’attenzione dei passanti.

Mostra i prodotti in modo creativo, utilizzando manichini o espositori a tema. Cambia regolarmente la vetrina per mantenere vivo l’interesse dei clienti e seguire le stagioni o le promozioni in corso.

Organizza il layout del negozio in modo logico

Un layout ben organizzato facilita l’esperienza dei clienti in negozio e li guida verso i prodotti che desiderano. Posiziona i prodotti più richiesti o di tendenza in posizioni strategiche, come vicino l’ingresso o lungo i corridoi principali dove possano essere ben esposti.

Utilizza cartellini chiari e informativi per indicare i prezzi e le offerte speciali. Crea zone tematiche o aree specifiche per categorie di prodotti, in modo da semplificare la ricerca dei clienti e incoraggiare l’esplorazione dell’intero negozio.

Utilizza l’illuminazione in modo efficace

L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale quando si parla di visual merchandising: utilizza luci ben posizionate per mettere in evidenza i prodotti e creare l’atmosfera desiderata.

Sfrutta anche le utilissime luci focali o faretti per evidenziare i prodotti che si trovano in vetrina o su espositori particolari.

Assicurati inoltre che l’illuminazione sia uniforme in tutto il negozio, evitando di creare zone buie o eccessivamente illuminate. Sperimenta diverse tonalità di luce per creare un’atmosfera che sia accogliente e invitante.

Utilizza materiali e allestimenti creativi

Utilizza materiali e allestimenti creativi per rendere i prodotti più interessanti e attraenti per i clienti.

Ad esempio, utilizza specchi per creare un maggior senso di spazio o vetrine interattive per coinvolgere o incuriosire le persone.

Utilizza materiali di alta qualità per esporre i prodotti, come velluto o legno, per conferire un’immagine di prestigio. Sperimenta diverse disposizioni e presentazioni dei prodotti per creare un impatto visivo sorprendente e stimolare l’interesse dei clienti.

Cura i dettagli

I dettagli fanno la differenza, anche e soprattutto nel visual merchandising. Assicurati per questo di:

  • Fare in modo che i prodotti siano ben sistemati e ordinati sugli scaffali o negli espositori.
  • Mantienere un ambiente pulito e ordinato rimuovendo regolarmente la polvere o gli scatoloni.
  • Aggiornare regolarmente i cartellini dei prezzi e la cartellonistica delle promozioni in corso.
  • Offrire aree ai clienti spazi in cui ci siano poltrone o aree di prova ricche di specchi, per migliorare l’esperienza complessiva di acquisto.

Conclusioni

Il visual merchandising è un potente strumento in grado di influenzare le decisioni di acquisto dei clienti e aumentare le vendite in negozio.

Per questo motivo fai bene ad adottare le soluzioni per una vetrinistica più accattivante, oltre a tutte le idee che ti consentono di creare un ambiente invitante e coinvolgente per i clienti anche all’interno del punto vendita.

Ricorda infine di monitorare e registrare i risultati ottenuti grazie alle tue strategie di visual merchandising, apportando eventuali modifiche o aggiustamenti in base ai feedback dei clienti e alle analisi delle vendite effettuate nel corso del tempo.

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Quali sono le modifiche che si fanno solitamente quando si ristruttura un bagno?

Quando si decide di effettuare una ristrutturazione del bagno, non si sa mai bene da cosa iniziare e fin quanto spingersi avanti con i lavori.

In effetti le cose da fare possono essere tante: dal rifacimento del pavimento all’installazione di nuovi sanitari, dalla “rinfrescata” alle pareti al cambio degli arredi, ci sono diversi tipi di soluzioni e lavori che è possibile effettuare per rendere il proprio bagno più confortevole e funzionale.

In questo articolo, evidenzieremo i vari lavori che solitamente si eseguono durante una ristrutturazione di questo importante ambiente di casa.

Rifacimento del pavimento

Uno dei lavori più impegnativi e profondi che si eseguono durante una ristrutturazione del bagno è il rifacimento del pavimento. Ci sono molte alternative a disposizione tra cui piastrelle in ceramica, laminato, vinilico o persino il parquet.

Scegliere il materiale giusto dipende dalle preferenze personali e chiaramente anche dal budget disponibile, oltre che dalle caratteristiche generali della stanza.

  • Piastrelle in ceramica: le piastrelle in ceramica sono certamente tra le opzioni preferite per il pavimento del bagno, un grande classico dato che sono resistenti all’acqua e facili da pulire, il che le rende perfette per un ambiente spesso umido come quello del bagno. Inoltre, ci sono una vasta gamma di colori e texture disponibili, il che significa che è possibile trovare tante soluzioni tra le quali non manca certamente quella che si adatta bene allo stile del proprio bagno.
  • Laminato: il laminato è un’altra opzione molto apprezzata per il pavimento del bagno. È più economico rispetto alle piastrelle in ceramica ed offre una maggiore flessibilità per quel che riguarda dimensioni e design. Tuttavia, il laminato non offre la stessa resistenza all’acqua delle piastrelle in ceramica, quindi tieni conto di questa sua caratteristica.
  • Vinilico: Il pavimento vinilico per il bagno è un’opzione certamente da considerare perché resistente all’acqua e all’umidità, facile da pulire e disponibile in una varietà di design e colori. Inoltre, il vinile è generalmente meno costoso rispetto ad altri tipi di pavimenti da bagno come la ceramica. Tuttavia, è importante notare che il vinile quando bagnato può diventare leggermente scivoloso, per questo si consiglia di utilizzare tappeti o tappetini antiscivolo per maggiore sicurezza.
  • Parquet: Il pavimento in parquet per il bagno è una soluzione sempre più richiesta e che conferisce alla stanza un aspetto caldo e accogliente. Chiaramente, essendo un materiale naturale, il parquet richiede maggiore cura e manutenzione rispetto ad altri tipi di pavimenti dato che è suscettibile all’umidità e all’acqua. Per questo motivo, è importante utilizzare un sigillante protettivo per proteggere il parquet dall’umidità e assicurarsi di pulirlo regolarmente per prevenire la formazione di macchie e muffe.

Sostituzione dei sanitari

Un altro aspetto importante della ristrutturazione del bagno è la sostituzione dei sanitari. Ci sono molte possibilità disponibili sul mercato, tra cui  moderni sanitari sospesi, ma non solo.

Anche il lavabo ha una importanza non secondaria nel determinare l’effetto finale, e oggi ne esistono sia di forma tondeggiante che più squadrati e regolari. Scegliere i sanitari giusti dipende dalle preferenze personali e dallo spazio disponibile.

Installazione di una nuova doccia

La sostituzione vasca con doccia è un’opzione sempre più richiesta da coloro che desiderano migliorare l’aspetto del proprio bagno e renderlo più funzionale.

I moderni box doccia sono infatti molto eleganti e raffinati, presentano delle linee decise e ricercate offrendo al tempo stesso molta più luce a tutto l’ambiente.

Inoltre, una doccia in sostituzione della vasca può anche consentire di risparmiare spazio, che può essere sfruttato in altri modi.

Conclusione

In generale, la ristrutturazione del bagno può essere un’esperienza emozionante e gratificante, ed il mercato presenta una vasta gamma di soluzioni per migliorarne l’estetica e la funzionalità.

Dato che ci sono molti fattori da considerare, è importante prendersi il tempo necessario per pianificare attentamente e valutare le proprie esigenze, anche in relazione ad aspettative e budget.

Per fortuna, ci sono parecchie soluzioni tra le quali si può scegliere per bagno più confortevole e funzionale. Sulla base di queste, assieme ad un po’ di creatività ed intuito, ristrutturare dando vita ad un bagno realmente in grado di migliorare il comfort percepito in casa.

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Quali dispositivi si possono connettere ad un compressore industriale?

Oggi grazie ai moderni compressori industriali è possibile andare ad alimentare una moltitudine di dispositivi in cantiere. Il vantaggio principale dell’adoperare l’aria compressa al posto dell’elettricità è che è possibile andare ad operare anche in tutti quegli ambienti in cui per qualsiasi ragione non sia possibile utilizzare la corrente elettrica.

Vi sono poi dei casi in cui, per ragioni di sicurezza, non è consigliabile utilizzare la corrente per alimentare tali strumenti; il caso classico è quello degli ambienti troppo umidi in cui è preferibile non adoperare l’energia elettrica per la sicurezza dei lavoratori.

Per quel che riguarda le prestazioni, tutti i dispositivi alimentati da aria compressa riescono ad offrire degli standard più elevati e una potenza certamente superiore. Ecco il motivo per il quale oggi sono tantissime le realtà industriali e cantieristiche che preferiscono adoperare direttamente dei dispositivi alimentati ad aria compressa, anche per i costi di manutenzione più bassi.

Bisogna infatti considerare che i ricambi dei dispositivi alimentati ad aria compressa costano mediamente meno rispetto quelli alimentati ad energia elettrica. È possibile verificare quelle che sono le caratteristiche e specifiche semplicemente visionando il catalogo dei Ricambi Atlas Copco.

Vediamo allora quali potrebbero essere alcuni dei dispositivi che è possibile alimentare con aria compressa.

Avvitatori pneumatici

Gli avvitatori pneumatici consentono di avvitare e svitare in maniera molto veloce viti e bulloni.

Hanno una forma che è in linea con quella di un normale trapano, sebbene gli avvitatori pneumatici hanno una forza decisamente maggiore riescono a svitare senza problemi anche i bulloni più ostinati.

Presentano inoltre un riduttore di velocità che fa girare il dispositivo ad un numero di giri Inferiore. Tale funzione è molto importante per evitare di applicare troppa forza dove non necessario, la quale potrebbe anche danneggiare la filettatura.

Si tratta di un dispositivo che è in grado di velocizzare notevolmente tutte le operazioni che prima venivano fatte a mano.

Paranco pneumatico

Grazie ad un paranco pneumatico è possibile sollevare pesi notevoli, così come tenerli sospesi o farli scendere fino a terra. I modelli pneumatici consentono di lavorare con estrema precisione dato che hanno anche la velocità di azione regolabile, per la quale è possibile ad esempio rallentare nel momento in cui si sta per toccare terra o comunque si è quasi arrivati al punto in cui bisogna alloggiare il pezzo che si sta sollevando.

Si tratta inoltre di uno strumento particolarmente silenzioso, oltre ad avere una grande capacità di sollevare pesi. Molto importante è infine il sistema frenante del modello di paranco ad aria compresa che si sta valutando, in quanto da Questo dipende la sua capacità di tenere gli oggetti sospesi.

Cacciavite pneumatico

Grazie ad un cacciavite pneumatico è possibile sfruttare l’energia che il compressore genera per azionare l’avvitamento. I moderni cacciaviti pneumatici sono bidirezionali, e consentono dunque sia di avvitare che di svitare velocemente una vite, in base alle proprie necessità.

Si tratta di un dispositivo certamente pratico e facile da utilizzare, che viene adoperato per motivi professionali laddove è richiesta velocità e precisione ma soprattutto sicurezza.

Funzionare senza l’ausilio di energia elettrica significa infatti poter essere adoperato anche in tutti quegli ambienti umidi dove l’utilizzo della corrente elettrica non è consigliato. Anche in questo caso parliamo di uno strumento materialmente in grado di velocizzare il lavoro di cantiere e offrire una precisione maggiore.

Dunque oggi grazie all’aria compressa è possibile ottenere delle ottime performance e soprattutto lavorare in estrema sicurezza, il che è una priorità per chiunque diriga un cantiere o area industriale.

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Nuovo climatizzatore: meglio ad inverter o on-off?

Quando abbiamo necessità di individuare il climatizzatore d’aria che possa fare al caso nostro, diventa importante riuscire a capire qual è la loro potenza, quella necessaria per poter lavorare efficacemente su un determinato ambiente, ma anche capirne il funzionamento.

Bisogna sapere innanzitutto che esistono i condizionatori che funzionano con la tecnologia inverter e quelli che funzionano con la tecnologia on-off.

La tecnologia ad inverter

Questa tecnologia permette di poter regolare automaticamente sia la potenza che la velocità con la quale il condizionatore andrà a funzionare. Dunque grazie a questa tecnologia, presente anche in tantissimi modelli di climatizzatori Samsung, è possibile andare a gestire la temperatura all’interno del nostro appartamento così come fanno ad esempio i termostati.

In sintesi, raggiunta la temperatura che è stata impostata, l’inverter rallenterà l’azione del climatizzatore, facendolo funzionare al minimo e dunque tanto quanto è necessario per mantenere la temperatura che è stata raggiunta.

Ciò consente di limitare i consumi dato che non sempre è necessaria la massima potenza, con un risparmio energetico stimato di circa il 30%.

Tecnologia on-off

Questi condizionatori hanno dei consumi di base che sono maggiori rispetto i precedenti. Questo è dovuto al fatto che l’apparecchio lavora sin dall’inizio alla massima potenza, e continua a lavorare in questa maniera a prescindere dalla temperatura presente nella stanza. A questo punto, il climatizzatore si spegne e poi si riavvia (anche in questo caso al massimo della potenza) fino a raggiungere nuovamente la temperatura desiderata.

È chiaro dunque che i primi riescono a consumare meno ed essere più efficienti, il che dovrebbe essere una priorità per quanti desiderano acquistare un nuovo climatizzatore.

La potenza termica

La potenza termica di un apparecchio di questo tipo si misura in BTU, che è il risultato del rapporto tra la quantità di calore che viene scambiato ed il tempo necessario (un’ora). I BTU sono chiaramente correlati alla quadratura della stanza da rinfrescare con il climatizzatore e solitamente per comprendere quale sia la potenza necessaria è sufficiente moltiplicare per 100 il volume della stanza in cui desideriamo installarlo.

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La camera d’albergo perfetta? Comoda, silenziosa e ben accessoriata

“Sia per gli uomini d’affari che per i turisti, la qualità delle stanze è il motivo principale alla base della scelta di un hotel”: lo dice il report sulla  fedeltà ai brand alberghieri di PwC, una recente ricerca che ha analizzato nel profondo le motivazioni per cui le persone optano per una struttura alberghiera piuttosto che un’altra.  L’analisi è stata poi elaborata da Trivago,  primario portale on line per la comparazione dei prezzi degli hotel di tutto il mondo. Le indicazioni a disposizione del comparto sono davvero interessanti.

Gli ospiti vogliono di più

In estrema sintesi, quello che emerge con forza dagli studi è che i clienti degli hotel vogliono di più, molto di più, di un semplice tetto sulla testa, per quanto possa essere confortevole. Quello che desiderano è un’esperienza a 360 gradi, in cui la camera è un elemento fondamentale, a prescindere dalle stelle e dalla categoria della struttura. Gli ospiti, quindi, desiderano essere viziati, sorpresi, coccolati. E la differenza la fanno i dettagli, gli accessori, i servizi. Qui un excursus di quello che non dovrebbe mai mancare in una stanza d’albergo.

Cuscini e lenzuola

Il letto deve essere comodo. In fondo, si va in albergo perché si è lontani da casa e si desidera un nido caldo e accogliente dove riposarsi. Ovviamente, cuscini e lenzuola devono essere all’altezza. Se possibile, quindi, dovrebbero essere posizionati sul letto cuscini di diverso grado di morbidezza e altezza. E, soprattutto, le lenzuola dovrebbero essere di materiali naturali, traspiranti e ovviamente immacolate e ben stirate. Nei mesi più freddi, poi, sarebbe opportuno vestire il letto con un soffice piumone, sempre pulitissimo.

Asciugamani

Se per le mani si possono anche posizionare nel bagno degli asciugamani elettrici, per la doccia gli asciugamani dovrebbero essere grandi, bianchi, morbidi e in perfetto stato. Gli asciugamani di qualità danno un senso di lusso. Attenzione anche alle misure: quelli per il corpo devono coprire… tutto il corpo. Spesso le stanze d’hotel non sono singole e anche chi viaggia per lavoro potrebbe condividere lo spazio con un collega.

Dotazioni in bagno

Mai senza sapone, anche in dispenser, shampoo, kit di cortesia. E’ una piccola coccola che però fa la differenza. Idem per l’asciugacapelli, che non deve mai mancare in un albergo che possa definirsi tale. Per non correre il rischio di incorrere in furti o manomissioni, gli albergatori possono installare un phon da parete: quelli moderni sono belli, dal design ricercato e soprattutto offrono alte prestazioni a fronte di consumi energetici davvero contenuti. Per avere un’idea di quello che propone il mercato, Mediclinics è un’azienda specializzata in questa tipologia di prodotti, oltre che in asciugamani elettrici, dispenser, fasciatoi e accessori per l’hotellerie. Agli alberghi, offre una linea di asciugacapelli da parete quali piccoli phon a pistola con funzionamento a grilletto (in modo che non possano rimanere accesi incustoditi), o in alternativa quelli con tubo estendibile in plastica. Sempre funzionali, sempre disponibili, sono pensati esclusivamente per l’utilizzo privato in camera.

Bevande e wifi

Spesso i clienti si lamentano dei prezzi stratosferici del minibar. Un piccolo omaggio, ma assai gradito, è quello di far trovare in camera una bibita e dell’acqua in bottiglia senza sovrapprezzo. La stessa cosa, dovrebbe accadere per il wifi, che già oggi è gratuito nella maggior parte delle strutture di un certo livello.

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Giacche Freaky Nation | Qualità e voglia di osare

Hai già dato un’occhiata al nuovo catalogo Nostrasantissima? Questo marchio giovane e anticonformista, nato nel 2007 e da subito in grado di conquistare l’attenzione di chi ama indossare capi eleganti ed irriverenti in grado di stupire, presenta una collezione che non ha paura di osare con la sua eccentricità. Parliamo di un marchio lanciato nel 2012 che è leader nella produzione di capi di tipo dark advant-garde nonchè garanzia di qualità che deriva dall’oculata selezione delle materia prima da impiegare e dall’assoluta meticolosità applicata in ciascuna delle fasi di lavorazione. È proprio questo mix esplosivo fatto di qualità e voglia di osare a regalare ad ogni creazione Nostrasantissima quello stile giovane ed inconfondibile, che va aldilà degli schermi per consentire a ciascuno di vestire mostrando agli altri parte della propria personalità e del modo di intendere la vita.

Su Revolution Concept Store trovi le più belle proposte Nostrasantissima, e puoi riceverle comodamente a casa in pochi clic. L’ottima galleria fotografica, a tua disposizione per ogni singola scheda prodotto, ti aiuterà a comprendere meglio le caratteristiche del capo che stai osservando, e non dovrai far altro che selezionare la tua misura prima di aggiungere il prodotto al carrello. Potrai decidere se ritirare la merce direttamente in negozio o se farla spedire a casa, e pagare con tutta la comodità e sicurezza di Paypal o optare per il contrassegno se lo preferisci. Potrai anche decidere di completare il tuo acquisto aggiungendo all’ordine uno degli ottimi accessori proposti, tra i quali occhiali da sole, profumi, cinture, cappelli, borse e zaini, tra tutti. Sfrutta inoltre la possibilità di ricevere un coupon sconto sul tuo prossimo acquisto inserendo l’apposito codice al momento del check-out, grazie al quale è possibile ottenere una riduzione di prezzo anche fino al 30%!

Lavoro: sempre più donne dirigenti, +8,1% nel 2023

Lo rivela l’ultimo Report Donne sui manager privati, elaborato da Manageritalia sugli ultimi dati ufficiali resi disponibili dall’Inps: nell’ultimo anno le donne in posizioni dirigenziali hanno segnato un +8,1%. 

Le donne sono sempre più protagoniste del mondo del lavoro e della managerialità italiana. Anche grazie al ricambio generazionale, che vede le dirigenti donne essere il 39% tra gli under35. E tra i quadri, anticamera della dirigenza, le donne sono già il 32% in assoluto e il 40% tra gli under35. A fronte di aumento complessivo dei manager, pari al +3,8%, oggi in Italia le donne dirigenti sono il 21,4%: nel 2008 erano il 12,2%. In pratica sono aumentate del 92%.

“Un segnale concreto del superamento degli stereotipi”

Quanto ai settori, le donne dirigenti sono maggiori nel terziario (25,4%) rispetto all’industria (15,9%), nelle aree più sviluppate del Paese, e nelle aziende più grandi e strutturate con una valida presenza e gestione manageriale.

“L’aumento delle donne manager nelle imprese italiane rappresenta un progresso culturale e sociale, un concreto segnale del superamento degli stereotipi che spesso hanno limitato le opportunità delle donne nel mondo del lavoro e del management aziendale – commenta il Presidente di Manageritalia Mario Mantovani -. La strada da fare per una vera parità di genere è ancora lunga, ma questi numeri dimostrano come siamo sulla giusta direzione. È interesse di tutti, anche perché le aziende con donne ai vertici performano meglio”.

Terziario, sanità, servizi d’informazione i settori più “rosa”

L’incremento dei manager, e in particolar modo della componente femminile, è visibile in tutti gli ambiti economici italiani. A cominciare dal terziario, che segna un complessivo aumento dei manager del +5,3% (donne +8,5%).
Ottimi risultati anche per i comparti delle sanità e assistenza sociale, con un +18.3% totale con le donne che raggiungono il +20,2%.

Significativo l’incremento femminile anche nel settore dei servizi d’informazione e nella comunicazione d’impresa, che fanno segnare un + 10,5% rispetto al totale dei nuovi manager, che si ferma al +6,5%.
Tra i settori più lenti a percepire il cambiamento in atto c’è l’industria, che vede solo un +7.1% di nuove manager e in incremento manageriale complessivo del +1,8%.
In negativo il comparto dell’istruzione e dell’insegnamento, con un calo complessivo del -34,6% e addirittura – 48% per le donne.

In Sicilia, Lazio, Puglia, Molise, Lombardia più donne al comando

La crescita dei dirigenti coinvolge quasi tutte le regioni, riporta Adnkronos, con la sola eccezione di Trentino-Alto Adige (-1,8%), Molise (-1,4%), Campania (-1,5%) e Calabria (-5,3%).
Crescono di più, oltre a Puglia (+21,2%) e Valle d’Aosta (+7,2%), proprio le regioni più managerializzate, Lazio (+5,2%) e Lombardia (+5%).

La Regione con la percentuale più elevata di donne in posizioni dirigenziali è la Sicilia (28%), seguita da Lazio (27,6%), Puglia (24%), Molise (23,1%) e Lombardia (23,3%).
Agli ultimi tre posti Trentino-Alto Adige (10,9%), Umbria (13%) e Friuli-Venezia Giulia (13,6%).

Perchè i cyber-attacchi ai dispositivi mobili sono aumentati di oltre il 50% nel 2023?

Nel 2023 si è registrato un preoccupante aumento degli cyber attacchi ai dispositivi mobili, con un totale di circa 33,8 milioni di reati. Si tratta  di un incremento del 52% rispetto all’anno precedente. L’adware si è rivelato la minaccia più diffusa, rappresentando il 40,8% di tutte le minacce rilevate. Durante il Mobile World Congress, Kaspersky ha presentato un’analisi annuale sul panorama delle minacce rivolte ai dispositivi mobili, evidenziando la crescente diffusione dei rischi per la sicurezza mobile. 

L’adware è la minaccia principale

L’adware è stato identificato come la minaccia principale per i dispositivi mobili, e costituisce il 40,8% di tutti i reati informatici verso questa tipologia di device. I Trojan bancari hanno registrato un calo nei pacchetti di installazione, passando a 153.682 dopo il forte aumento rilevato l’anno precedente.

Pericoli negli app store?

Le minacce mobile vengono distribuite dai criminali informatici attraverso app store, sia ufficiali sia non. Nel 2023, sono state individuate numerose applicazioni dannose su Google Play. Uno degli aspetti più comuni dell’anno sono state le false app di investimento che si basavano su tattiche di social engineering per ottenere dati personali dagli utenti, soprattutto numeri di telefono e nomi completi, che venivano poi aggiunti ai database utilizzati per le frodi telefoniche. Le mod malevole di Whatsapp e Telegram, progettate per rubare i dati degli utenti, sono un altro vettore di attacco molto diffuso.

Anton Kivva, esperto di sicurezza mobile di Kaspersky, ha commentato l’incremento delle attività malware e riskware per Android nel 2023, sottolineando l’importanza di implementare misure di sicurezza.

Implementare la sicurezza

Kaspersky suggerisce alcune precauzioni per proteggersi da queste minacce. Scaricare le applicazioni solo dagli store ufficiali come Apple App Store, Google Play o Amazon Appstore. Le app di questi siti non sono sicure al 100% ma almeno vengono controllate dai responsabili dello store e c’è un sistema di filtraggio: non tutte le app riescono ad accedervi. Controllare le autorizzazioni delle app che si utilizzano e riflettere attentamente prima di autorizzare un’app, soprattutto quando si tratta di autorizzazioni ad alto livello di rischio come i servizi di accessibilità. Ad esempio, l’unica autorizzazione di cui ha bisogno un’app per la torcia è quella per l’accensione (che non comporta nemmeno l’accesso alla fotocamera).

Installare una soluzione di sicurezza affidabile che permette di rilevare app e adware dannosi prima che inizino a causare problemi sui dispositivi. Aggiornare sempre il sistema operativo e le applicazioni importanti, molti problemi di sicurezza possono essere risolti installando versioni aggiornate del software.

Gli italiani? Totalmente pet-friendly: come curano i loro animali da compagnia?

Un amico a a quattrozampe è per sempre. E per sempre ha diritto ad avere cure e attenzioni. Ne sono convinti gli italiani che, di anno in anno, si rivelano sempre più pet friendly. A confermare questa tendenza è il Rapporto Assalco Zoomark 2023, rilasciato in occasione della Giornata Mondiale del Gatto, che certifica l’attenzione crescente degli italiani verso la cura e l’alimentazione dei loro amici pelosi. Ma non solo: fornisce anche un’occasione per riflettere sull’aumento della popolarità degli animali domestici nel paese. 

Nelle famiglie italiane vivono circa 65 milioni di animali d’affezione

i dati parlano chiarissimo. Secondo dati recenti, dal 2015 al 2022, il numero di famiglie italiane che ha accolto più di un animale da compagnia è quasi raddoppiato, passando dal 9,9% al 17,2%. Nel 2023, circa 65 milioni di animali, di cui quasi 9 milioni di cani e 10 milioni di gatti, fanno parte delle famiglie italiane.

Un prezioso antidoto contro la solitudine

Nonostante le sfide economiche del 2022, il benessere degli animali domestici è rimasto una priorità per molte famiglie italiane. Oggi, oltre il 40% delle famiglie italiane ha almeno un animale domestico, sottolineando il valore crescente della relazione con gli animali d’affezione. I pets contribuiscono a uno stile di vita attivo, alleviano lo stress e offrono un prezioso antidoto contro la solitudine.

La cura di Micio e Fido passa dall’online

In occasione della Giornata Nazionale del Gatto, Trovaprezzi.it ha esaminato il settore dei prodotti per animali da compagnia, confermando la tendenza positiva che si osserva da diversi anni anche online. Nel 2023, le ricerche complessive sul comparatore hanno sfiorato la quota di 6 milioni e 240 mila, registrando un aumento del 6% rispetto al 2022. La maggior parte delle ricerche si concentra su alimenti (oltre 2 milioni e 900 mila) e articoli veterinari (oltre 2 milioni e 450 mila), rappresentando complessivamente l’86% del totale.

Le donne le più attive per il benessere di Micio e Fido

Interessante notare che le donne sono le principali ricercatrici di prodotti per animali domestici, rappresentando il 56,5% del totale, con una predominanza nelle categorie alimenti (55,4%) e abbigliamento (57,9%). Le fasce d’età più attive nelle ricerche sono comprese tra i 25 e i 44 anni, con il 31,5% e il 29,2% rispettivamente.

Per quanto riguarda le regioni più attive nelle ricerche, la Lombardia si posiziona al primo posto con il 28,7%, seguita dal Lazio (14,5%), Emilia-Romagna (8%), Piemonte (7,2%), Toscana e Campania (6,5%). La crescente affinità degli italiani con i loro animali da compagnia si riflette chiaramente nella ricerca online di prodotti dedicati a garantire il benessere e la felicità dei loro amici a quattro zampe.

Mercato Tech: il 2023 si chiude con un calo del -6,4%

Dopo un 2022 leggermente negativo (-2,7%), secondo i dati GfK Market Intelligence il mercato italiano della Tecnologia di consumo ha chiuso il 2023 con una flessione più marcata del fatturato, il -6,4%, per un valore complessivo del mercato pari a 16 miliardi di euro a fine anno.
Il trend è leggermente più negativo se si analizzano i volumi venduti. In questo caso, il calo è stato del -7,3% rispetto al 2022.

Insomma, quello da poco concluso è stato un anno difficile per il mercato della Tecnologia di consumo.
Secondo i dati GfK, il trend negativo interessa sia i punti vendita tradizionali sia il canale online. Tra i principali comparti, gli unici a crescere sono il Grande Elettrodomestico e il Piccolo Elettrodomestico.

La crisi della domanda colpisce le vendite online e tradizionali

Il settore Tech sta vivendo una fase di rallentamento della domanda, dovuto sia all’effetto saturazione sia alle preoccupazioni dei consumatori legate a carovita e crisi internazionali. Ma se si confrontano i dati con quelli del 2019 il 2023 registra un aumento di fatturato del +8,3%.
La negatività riguarda sia le vendite effettuate sui canali tradizionali, diminuite del -7,1% rispetto al 2022 sia quelle effettuate sul canale online, anche se in maniera più limitata. In questo caso, il calo è stato del -4,4% a valore.

A fine anno le vendite online sono arrivate a pesare il 26,8% del mercato Tech nel suo complesso. Un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2022, quando pesavano per il 26,2%. E seppure in crescita, il peso delle vendite online in Italia rimane tra i più bassi in Europa.

Elettronica di Consumo addirittura a -28,7%

La contrazione delle vendite riguarda quasi tutti i comparti della Tecnologia di consumo. Fanno eccezione solo il Grande Elettrodomestico (+3%) e il Piccolo Elettrodomestico (+0,3%), che rimangono in area positiva.
Registra un calo del -2,2% a valore la Telefonia, che si conferma come il settore più importante per giro d’affari generato.

Il comparto più negativo in assoluto è quello dell’Elettronica di Consumo, che registra una contrazione del -28,7%.
Dopo la forte crescita del 2021 e del 2022 dovute allo switch-off, il 2023 conferma quindi il rallentamento della domanda per questi prodotti. Ma il trend negativo riguarda anche il settore dell’Information Technology/Office e il Photo, che chiudono l’anno con un calo delle vendite rispettivamente del -8,6% e del -6,9% a valore.

La vera sfida del 2024 sarà l’introduzione sempre più massiccia dell’AI

Nel corso del 2023 ha visto un leggero calo delle vendite anche l’Home Comfort (-2,8%), un comparto che nel 2022 aveva registrato performance particolarmente positive (+25,3% a valore rispetto all’anno precedente), ma che nel 2023 ha pagato una stagione estiva concentrata nei soli mesi di luglio e agosto.

La vera sfida nel 2024 sarà l’introduzione sempre più massiccia dell’Intelligenza Artificiale in molti settori della Tecnologia di consumo, con la speranza che queste innovazioni possano dare un impulso positivo al mercato.

Precompilata IVA: quali sono le novità per il 2024?

Anche nel 2024 continua la sperimentazione della precompilata IVA iniziata nel 2021. Sulla base dei dati acquisiti con le fatture elettroniche, i corrispettivi telematici e le comunicazioni delle operazioni transfrontaliere, l’Agenzia delle Entrate elabora la cosiddetta precompilata IVA.

Il futuro del Fisco prevede l’utilizzo e l’elaborazione delle informazioni a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per arrivare a procedure pronte all’uso. In questa direzione si inserisce la sperimentazione che riguarda i documenti IVA, estesa a una platea di soggetti sempre più ampia.

Di fatto, le imprese e i professionisti interessati, così come gli intermediari, potranno contare su un panorama sempre più ricco di servizi online.
Gli aggiornamenti sul percorso della precompilata IVA arrivano dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento numero 11806 del 19 gennaio 2024.

Una platea di quasi 2 milioni e mezzo di professionisti e imprese

La decisione di prolungare anche al 2024 il periodo di sperimentazione nasce dall’esigenza di “consolidare e arricchire i dati precompilati della platea già individuata, considerato che la stessa riguarda circa 2,4 milioni di soggetti IVA”, si legge in una nota dell’Agenzia.

Le bozze dei registri IVA mensili, delle LIPE (comunicazioni delle liquidazioni periodiche), della dichiarazione annuale nonché i prospetti riepilogativi su base mensile e trimestrale risultano accessibili online a operatori, soggetti passivi IVA residenti e stabiliti in Italia, con liquidazione trimestrale. O a coloro che applicano uno specifico metodo per la determinazione dell’IVA ammessa in detrazione, come produttori agricoli o agriturismi.

Dal 1° gennaio prende forma un nuovo servizio online

A partire dalle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2024, su cui si baseranno le elaborazioni dell’Agenzia, prende forma un nuovo servizio online legato alla precompilata che permette a imprese e professionisti interessati di scaricare in forma massiva determinati documenti.
In particolare, bozze dei registri IVA mensili, prospetti riepilogativi IVA su base mensile e trimestrale, bozze delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche, bozza della dichiarazione IVA annuale.

Da un lato, quindi, si consolidano e si arricchiscono i dati da inserire nella precompilata IVA, dall’altro crescono i servizi online a disposizione.
Il nuovo strumento web, già disponibile per i file di fatture elettroniche, corrispettivi ed elenchi relativi all’imposta di bollo, è accessibile anche da parte degli intermediari a cui si affidano gli operatori IVA interessati.

“Andare incontro alle richieste delle associazioni di categoria”

I dati che si ottengono in via automatica potranno essere importati nei sistemi gestionali o utilizzati per un confronto con le informazioni a disposizione di imprese, professionisti e intermediari.
La nuova funzionalità viene introdotta anche per recepire le richieste provenienti dalle associazioni di categoria per una maggiore integrazione con i sistemi gestionali.

Inoltre, anche le specifiche tecniche del tracciato delle fatture elettroniche utilizzabili a partire dal 1° febbraio 2024 avranno un impatto sui documenti IVA precompilati.
I soggetti che adottano il regime speciale riferito alle attività agricole, infatti, potranno inserire informazioni utili all’Agenzia per calcolare l’ammontare dell’IVA a credito da riportare negli stessi documenti.

Il nomadismo digitale in Italia nel 2023

Può il nomadismo digitale contribuire a ridurre il divario economico e sociale, attraendo professionisti e talenti nei piccoli centri e nelle aree interne del nostro Paese? In che modo i lavoratori da remoto e i nomadi digitali possono contribuire a sostenere un reale processo di rilancio e di sviluppo per l’Italia?

Risponde il Rapporto Annuale sul Nomadismo Digitale in Italia nel 2023, realizzato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali ETS con patrocinio dell’Assessorato al Turismo, Sviluppo e Impresa Turistica della Regione Puglia, il supporto economico di Wind Tre e il contributo di Tribyou, Borgo Novus e Vivere di Turismo Business School.
L’obiettivo del Rapporto, che si focalizza sulle opportunità e sugli impatti economici, sociali e ambientali derivanti dal lavoro da remoto e dal nomadismo digitale sulle comunità locali, è proprio quello di accrescere la consapevolezza e la conoscenza del fenomeno del nomadismo digitale nostro Paese. 

“Il lavoro da remoto non è solo un modo diverso di lavorare”

“Chi oggi pensa che il lavoro da remoto sia solo un modo diverso di lavorare si sbaglia profondamente – commenta Alberto Mattei, Presidente dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali -. Il lavoro da remoto sta generando la più grande rivoluzione della stanzialità umana. Ci troviamo di fronte a una straordinaria opportunità, quella di attrarre lavoratori da remoto, professionisti e talenti nei piccoli centri e nelle aree interne del nostro Paese. Un processo che se gestito correttamente può generare un impatto positivo nelle comunità locali, contribuendo attivamente a ridurre il divario economico, sociale e territoriale in Italia”.

Valorizzare i territori attraendo talenti e professionisti

Come valorizzare, quindi, i nostri territori attraverso l’attrazione di lavoratori da remoto, professionisti, e più in generale talenti, nei piccoli centri e nelle aree interne del nostro Paese?

Il report suggerisce la collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e soggetti pubblici e privati. La cooperazione è vista come l’elemento chiave per sviluppare progetti efficaci che rispondano ai bisogni dei nomadi digitali e alle esigenze delle comunità locali.

Il progetto Borghi Connessi e l’innovazione sociale e digitale in Puglia

Wind Tre nel 2021 ha lanciato il progetto Borghi Connessi, con l’obiettivo di accompagnare la crescita dei piccoli Comuni italiani grazie a connettività e tecnologie smart. Secondo Alberto Pietromarchi, Wholesale Director e Sustainability Ambassador della società, “Il fenomeno dei nomadi digitali può riportare i piccoli borghi italiani in una posizione più centrale rispetto alla società italiana e stimolare la loro crescita economica e sostenibile“.
Gianfranco Lopane, assessore Turismo, Sviluppo e Impresa turistica Regione Puglia, aggiunge: “Le nostre comunità, fulcro di un percorso regionale di innovazione sociale e digitale, sono sempre più pronte ad accogliere chi da ‘turista’ diventa concittadino temporaneo e sceglie la Puglia come meta di viaggio, lavoro o anche di vita”.

Nuove aliquote Irpef dal 1° gennaio 2024: chi ne beneficia?

Novità in arrivo sotto il profilo fiscale. Come anticipato, a partire dal 1° gennaio 2024, entreranno in vigore le nuove aliquote dell’Irpef, portando significative modifiche al panorama delle tasse a cui sono sottoposti gli italiani. Una delle principali novità riguarda l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota del 23%.
Questo cambiamento impatterà non solo sull’importo delle tasse, ma avrà anche effetti sulle detrazioni da lavoro dipendente e pensione.

Equiparazione delle detrazioni: 1.955 euro per lavoratori subordinati

Una rilevante modifica riguarda l’equiparazione delle detrazioni da lavoro dipendente con quelle da pensione. A partire dal prossimo anno, le detrazioni per i lavoratori subordinati aumentano da 1.880 euro a 1.955 euro, allineandosi a quanto precedentemente previsto solo per i percettori di redditi da pensione.
Il cambiamento implica un adeguamento della no tax area, che passerà dagli attuali 8.174 euro a 8.500 euro. La no tax area rappresenta il reddito al di sotto del quale non è dovuta alcuna imposta, considerando le detrazioni spettanti.

Effetti sul bonus Renzi e la platea dei beneficiari

L’incremento delle detrazioni influenza anche l’ex bonus Renzi, in particolare per i redditi fino a 15.000 euro. Tuttavia, per accedere al bonus, sarà necessario che l’imposta dovuta superi le detrazioni spettanti, riservando il beneficio solo a chi presenta una capienza fiscale.
Per evitare variazioni nella platea dei beneficiari, è stata implementata una modifica nel calcolo del bonus 100 euro in busta paga.

Modifica al calcolo per redditi fino a 15.000 euro

La regola generale del diritto al bonus rimane invariata, ma con una piccola variazione. Per redditi fino a 15.000 euro, il bonus sarà concesso quando l’imposta dovuta supera le detrazioni spettanti (fissate a 1.955 euro per il 2024), a cui viene sottratto un importo di 75 euro, proporzionato ai giorni effettivi di lavoro. Questa variazione mantiene l’importo della detrazione a 1.880 euro, assicurando che, nonostante le nuove aliquote Irpef e l’aumento delle detrazioni, la platea dei beneficiari dell’ex bonus Renzi rimanga inalterata.
Ciò evita il rischio che coloro con un reddito compreso tra gli 8.174 euro e gli 8.500 euro si trovino con una busta paga decurtata di 100 euro, considerando la mancanza di capienza fiscale a partire dal prossimo anno.

Le tre aliquote

Dal 2024,  quindi, le le nuove aliquote Irpef saranno tre. Si suddividono come segue: 23% per i redditi fino a 28.000 euro; 35% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro; 43% per i redditi che superano la soglia dei 50.000 euro.

La tecnologia “corre”: quali sono le 12 professioni del futuro?

Se potessimo viaggiare avanti nel tempo come Marty McFly del celebre film “Ritorno al Futuro”, probabilmente ci troveremmo di fronte a professioni emergenti o addirittura inesistenti, destinate a diventare cruciali grazie alla profonda rivoluzione tecnologica in corso.
A questo proposito arriva la ricerca “Stranger Skills” di PHD Media, agenzia di comunicazione e marketing di Omnicom Media Group, che ha delineato 12 professioni del futuro, coinvolgendo marketer, responsabili delle risorse umane, head hunter e futuri professionisti del settore.

Lavori che oggi… non ci sono

La Chief Strategy Officer di PHD Italy, Daniela Della Riva, spiega che la ricerca ha cercato di suscitare interesse per professioni che potremmo trovare in un futuro annuncio di lavoro, professioni che potremmo non riconoscere oggi. La Singularity University, una comunità globale di apprendimento e innovazione, ha contribuito a delineare possibili evoluzioni nel mondo del lavoro.
Le professioni del futuro identificate comprendono il “Machine Learning Creative Producer” che, attraverso software innovativi, sviluppa rapidamente e automaticamente nuove creatività, riducendo i tempi di produzione. Il “Creator Collaborator” lavora con creator e influencer per promuovere il brand utilizzando tecnologie avanzate di comunicazione ed e-commerce.
Il “Conversational AI Developer” crea comunicazioni interattive utilizzando diverse tecnologie, consentendo agli utenti di interagire direttamente con personaggi pubblicitari.

Nuovi ruoli nel settore e-commerce

Nel campo del commercio elettronico emergono figure come il “Game Commerce Expert” che sviluppa e-commerce all’interno di piattaforme di gioco online, mentre il “Video Commerce Specialist” si occupa di connettersi e vendere prodotti attraverso ambienti video.
Nel settore della consulenza, il “Consulting-Advisory” sviluppa prodotti di consulenza preconfezionati per le aziende, mentre il “Technology Orchestration Professional” collega attività diverse attraverso diverse tecnologie.

Sostenibilità ed etica sono aree strategiche

Le competenze legate alla sostenibilità, etica e inclusione diventano sempre più cruciali, con figure come il “Sustainability Manager” che monitora gli impatti ambientali e sociali delle attività aziendali, e il “Diversity, Equity & Inclusion Manager” responsabile di promuovere la diversità e l’inclusione nell’organizzazione.

Daniela Della Riva conclude sottolineando che il cambiamento non riguarda solo la tecnologia ma richiede anche risposte alle sfide etiche, di sostenibilità e inclusione. La formazione continua è fondamentale per preparare i professionisti a abbracciare il futuro con audacia e competenza, integrando competenze creative, tecnologiche e umanistiche.

Generazione Z: i falsi miti sui consumi svelati dal think tank

A svelare il ‘profondo fraintendimento’ tra quello che i nati fra il 1997 e il 2012 ‘sono’ realmente e ciò che pensano di loro adulti e aziende, è l’analisi del think tank Zelo. Un esempio? Il luogo comune più ripetuto del 2023 è ‘la Generazione Z è sostenibile e salverà il mondo’. Ma è davvero così?
“Questa generazione – spiegano gli esperti di Zelo – è nata in un mondo già esaurito, consumato e ferito dalle generazioni precedenti, ed è sicuramente pronta a difendere la causa, ma non disposta a scendere in campo con azioni concrete”.

Insomma, irriverenti, incoerenti, fragili ma trascinatori, gli 8,9 milioni i di giovanissimi GenZ influenzano famiglie, aziende e istituzioni. E stanno influenzando anche le nostre abitudini, i nostri consumi e il nostro modo di vivere. Ma soprattutto sono sostenibili ‘per fare bella figura’.

Non vogliono pagare i debiti delle generazioni precedenti

I ragazzi della GeneZ, “vogliono occupare lo spazio in modo nuovo, non vogliono pagare i debiti lasciati in eredità dalle generazioni precedenti – continuano gli analisti -. Se i loro genitori e nonni cercavano modelli fissi in cui riconoscersi, i nati dopo il 1997 hanno la decostruzione come presupposto: vogliono verità senza filtri, se non quelli di TikTok”.

Cecilia Nostro, Founder di Zelo, ammette: “Sono rimasta affascinata dalle sfumature della GenZ e da anni, ogni giorno, cerco di decifrarla con passione, pazienza e audacia, per risolvere il fraintendimento che blocca l’ingranaggio generazionale sulla base del quale si erge l’equilibrio della società”.

Difficile rinunciare allo shopping natalizio

E così, dopo Black Friday e Cyber Monday, la GenZ sta per affrontare la corsa ai regali natalizi. Ma in termini di sostenibilità, e in uno dei periodi dell’anno a maggior impatto, se da un lato questi ragazzi sembrano essere impegnati nella lotta al cambiamento climatico e ad arginarne le conseguenze, dall’altro Zelo mostra uno scenario diverso.

Solo un timido 15% del campione intervistato dichiara di sentirsi davvero, e concretamente, sostenibile nei propri comportamenti e nelle proprie scelte.
Un 17% di giovani GenZ, invece, ammette che il proprio impegno a riguardo si ferma nel fare la raccolta differenziata, e il 33% afferma di non sentirsi sostenibile come tutti sembrano pensare.

“Che ci possiamo fare?”

Il rimanente 35% si ritiene consapevole e informato, ma poi si chiede, “cosa possiamo fare?”.
Insomma, riporta Adnkronos, analizzando i comportamenti di acquisto della GenZ emerge come soltanto se colti alla sprovvista, e per non fare brutta figura, i giovanissimi cercano di adeguarsi all’immagine che genitori, tv e giornali hanno di loro. Ovvero, la generazione di ‘quelli impegnati a salvare il mondo’.

Al contrario, i loro comportamenti quotidiani non sembrano offrire conferme alla tesi, anzi: i grandi fan del fast fashion sono proprio loro.

RC auto e moto, perchè così tante truffe?

In soli 12 mesi, oltre 2,3 milioni di italiani hanno subito una truffa o un tentativo nel settore delle assicurazioni Rc auto o moto, registrando un aumento del 300% rispetto all’anno precedente, con danni stimati a quasi 700 milioni di euro. Questi dati emergono da un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat.

Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it, spiega che l’incremento significativo delle frodi potrebbe essere correlato agli aumenti delle tariffe assicurative, spingendo automobilisti e motociclisti a cercare risparmi, non sempre in modo sicuro. Così, oltre al danno, pure la beffa.

Il premio medio per una macchina? Aumentato del 31,5% in un anno

Nel corso di 12 mesi, il premio medio per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia è cresciuto del 31,5%, raggiungendo i 610,87 euro, mentre quello per le due ruote è salito del 41,4%, arrivando a 572,97 euro.

Gli italiani desiderano risparmiare, ma i truffatori sfruttano questa esigenza, facendo cadere le persone in trappole insidiose. Ghizzoni suggerisce che seguendo accorgimenti semplici, è possibile difendersi dalle frodi e beneficiare dei numerosi canali per risparmiare sulle assicurazioni auto e moto, muovendosi in piena sicurezza.

Danno procapite di 287 euro

L’indagine rivela che le truffe Rc auto o moto hanno comportato una perdita complessiva di quasi 700 milioni di euro, con un danno medio per ogni vittima di circa 287 euro. Il web è stato il canale più utilizzato, con il 42% dei casi che ha avuto inizio tramite falsi email che rimandano a siti clonati. I tentativi attraverso falsi call center sono raddoppiati al 23%.

Altri strumenti comuni includono SMS (21%), porta a porta (20%), social network (9%) e app di messaggistica istantanea (8%). Gli intervistati con un’età tra i 25 e i 34 anni sono la categoria più colpita (9,1%), mentre le regioni del Sud e delle Isole sono quelle con la maggiore incidenza di truffe (6,8%).

La metà di chi subisce una truffa non denuncia

Inoltre, l’indagine rivela che quasi la metà delle vittime (48%) decide di non denunciare la frode. Le ragioni includono la volontà di non far sapere ai familiari/conoscenti (31,3%), il sentirsi ingenui (27,1%) o il danno economico ritenuto basso (20,8%).
La percentuale di chi non denuncia per la convinzione di non recuperare le perdite è diminuita dal 33,3% al 16,7%.