Sviluppo Sostenibile, Italia in ritardo sugli obiettivi

L’Italia è molto lontana dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, e la distanza dagli altri Paesi rischia di allargarsi. Sul fronte del cambiamento climatico e sul tema delle rinnovabili sono stati fatti passi importanti, ma peggiorano gli ecosistemi e terrestri non si riesce ancora a definire una legge sul consumo di suolo. Non è perciò un quadro incoraggiante quello tratteggiato in occasione della presentazione del Rapporto ASviS 2019, che analizza l’andamento del Paese rispetto agli Obiettivi dell’Agenda 2030, ovvero il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu.

I dati del Rapporto ASviS 2019

Il rapporto evidenzia evidenti ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e forti disuguaglianze, comprese quelle territoriali. Se nel suo percorso verso i 17 Obiettivi l’Italia migliora in alcuni campi, tra come salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale, peggiora in altri, come povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri. Ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico.

Aumentano povertà assoluta e relativa

In particolare, tra le aree in cui il nostro Paese peggiora c’è il contrasto alla povertà (Obiettivo 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo), il cui indicatore, dopo un andamento stazionario nel periodo 2012-2014, registra un netto peggioramento nel corso degli anni successivi. Nel biennio 2016-2017, la dinamica negativa è dovuta a un aumento della povertà assoluta e della povertà relativa, che registrano entrambe il valore più alto di tutta la serie storica osservata, rispettivamente 8,4% e 15,6% della popolazione. Tra gli individui in povertà assoluta si stima che i giovani di 18-34 anni siano 1 milione e 112mila, il valore più elevato dal 2005. E se nel 2017 si registra una diminuzione dell’indice di grave deprivazione materiale, resta comunque superiore di 3,5 punti rispetto alla media europea.

Crescita economica in lieve ripresa, +8 punti indice di abusivismo edilizio

Sul fronte della crescita economica (Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti), l’indicatore peggiora fino al 2014, a causa dell’andamento sfavorevole del Pil, dell’aumento della disoccupazione e della quota dei giovani Neet (la più alta dei Paesi UE), mentre nel triennio 2015-2017 si registra un lento recupero. A pesare sul segno negativo dell’Obiettivo 11 (Rendere la città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili), è invece l’indice di abusivismo edilizio, che cresce di otto punti percentuali rispetto al 2010, riporta Adnkronos